top of page
Immagine del redattoreIsaia Silvano | Daelar Animation

Cinema d'Animazione: I Migliori Lungometraggi

A partire dalle opere, purtroppo perdute, di Quirino Cristiani El Apóstol e Sin dejar rastros, ovvero dal 1917/1918, i cinema d'animazione americano ed europeo hanno cominciato a concepire lungometraggi con una crescente costanza, fino ad arrivare a un brusco arresto delle produzioni il 7 dicembre del 1941, in seguito all'entrata degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale e in conseguenza alla disfatta finanziaria di Dave e Max Fleischer. Oltre alle case di produzione più stabili e riconosciute a livello internazionale come Walt Disney Productions (USA), Soyuzmultfilm (Unione Sovietica), National Film Board of Canada (Canada), Jirí Trnka Studio e Krátký Film Praha (Cecoslovacchia), durante e dopo i conflitti molti studi d'animazione fondati tra gli anni '30 e '40 riescono a produrre opere cinematografiche: Les Gémeaux in Francia, Pagot Films in Italia, Nihon Manga Eigasha e Shochiku Doga in Giappone, Xinhua Film Company e Shanghai Animation Film Studio in Cina. Se durante la Seconda guerra mondiale il medium dell'animazione viene sfruttato a scopo propagandistico, negli anni '50 e '60 il formato filmico standard del cinema animato, della durata di almeno sessanta minuti, ritorna a esprimersi attraverso un alto profilo artistico, dando il via a una nuova epoca d'oro dei lungometraggi, soprattutto in Giappone.


Nella seguente classifica sono presenti i dieci migliori lungometraggi della storia dell'animazione, film scelti sulla base delle loro caratteristiche qualitative intrinseche, sia concettuali che tecniche. Ai fini del palmarès, non è stata considerata in maniera doverosa l'importanza delle opere all'interno del medium e, per non creare ridondanze, è stato scelto solo un lungometraggio per regista.



Akira | Classifiche Daelar Animation
© TMS Enterteinment Co. | © Toho

01. Akira

Regista: Katsuhiro Otomo

Anno di uscita: 1988

Casa di Produzione: Tokyo Movie Shinsha

Generi: Fantascienza, Azione, Catastrofico


Il lungometraggio più significativo dell'animazione giapponese, il terzo del medium internazionale dietro a Biancaneve e I Sette Nani (1937) e Toy Story (1995), stravolge ogni possibile rimando al cinema animato prodotto dalle proprie origini al 1987. L'avanguardia della messa in scena diretta da Otomo, in associazione con la altrettanto originale colonna sonora del Genioh Yamashirogumi, proietta in sala il futuro dell'arte animata in 2D: un'orchestra di montaggio, fotografia, background, layout art, sonoro e direzione artistica che lancia il Giappone nel mercato dei blockbuster animati. In seguito ad Akira, il medium non sarà più lo stesso e l'animazione orientale smetterà di essere recepita a livello mondiale solo come un'alternativa televisiva ai cartoons statunitensi. Il progetto fa dunque crollare le barriere culturali che, prima del 1988, non consideravano l'Estremo Oriente una valida opzione alla Hollywood dei kolossal fantascientifici. Il capolavoro assoluto di Otomo, infatti, rappresenta inoltre una rivoluzione, sia estetica che tematica, del sotto-genere cyberpunk, corrente sci-fi che in precedenza apparteneva - secondo luoghi comuni - solo ad artisti occidentali.



Ghost In the Shell | Classifiche Daelar Animation
© Production I.G | © IG Port

02. Ghost In the Shell

Regista: Mamoru Oshii

Anno di uscita: 1995

Casa di Produzione: Production I.G

Generi: Fantascienza, Giallo, Politico, Poliziesco


Il film più famoso di Mamoru Oshii è un capolavoro della fantascienza cinematografica moderna. Sia dal punto di vista concettuale-ideale, sia dal punto di vista tecnico-estetico, il lungometraggio del 1995, basato sul manga omonimo (1989/1991) di Masamune Shirow, negli anni successivi alla sua uscita influenzerà in maniera radicale gran parte della cinematografia di genere sci-fi, promuovendo una versione del sotto-genere cyberpunk fortemente legata alla filosofia cartesiana. A sbalordire saranno, innanzitutto, la regia morbosa di Mamoru Oshii [...] e la sua attenzione maniacale verso il dettaglio estetico delle immagini, entrambi elementi fortemente influenzati dalla scuola registica del maestro cineasta sovietico Andreij Tarkovsky: sequenze statiche, evocative e dall'impronta perennemente introspettiva a prescindere che in campo sia presente un personaggio o semplicemente un ammaliante scenario. [...] Avanguardia scientifica e degrado convivono infatti in una Tokyo umida e grigia, avanzata e al tempo stesso dal respiro primordiale [1].



La Storia della Principessa Splendente | Classifiche Daelar Animation
© Studio Ghibli | © Toho

03. La Storia della Principessa Splendente

Regista: Isao Takahata

Anno di uscita: 2013

Casa di Produzione: Studio Ghibli

Generi: Drammatico, Fantasy


Il Taketori monogatari, o Storia di un tagliatore di bambù, viene tuttora validato come il più antico esempio di narrativa scritto in lingua giapponese. La trasposizione del racconto popolare, datata al X secolo, ha influenzato dalla metà del Novecento a oggi opere nipponiche appartenenti a ogni medium, dal cinema live-action al fumetto manga, dall'animazione - cinematografica e seriale - al videogioco. La protagonista del racconto, la principessa Kaguya, è considerata in patria come il personaggio folkloristico più importante della letteratura giapponese tardoantica, un caposaldo della cultura del "Paese del Sol Levante". Come altri autori prima di lui, Isao Takahata ripropone la leggendaria storia al cinema, realizzando il vertice intellettuale della propria straordinaria carriera, l'apice qualitativo dello Studio Ghibli e una delle massime espressioni artistiche prodotte dal vasto mondo dell'animazione. La potenza comunicativa, intensa e passionale, dell'ukiyo-e animato e del mito della principessa splendente non trova eguali nel genere drammatico-fantasy orientale.



Il Pianeta Selvaggio | Classifiche Daelar Animation
© Les Films Armorial | © Ceskoslovenský | © Filmexport

04. Il Pianeta Selvaggio

Regista: René Laloux

Anno di uscita: 1973

Casa di Produzione: Les Films Armonial, Ceskoslovenský

Generi: Fantasy, Grottesco


[...] Il lavoro di ricerca e di studio espressivo della patafisica e del surrealismo più allegorico proposto dalla collaborazione tra René Laloux e Roland Topor culmina con la realizzazione di uno dei migliori lungometraggi della storia del cinema animato e della "settima arte" più grottesca e concettualmente avveniristica. Il Pianeta Selvaggio è un film fantasy creato ibridamente in stop-motion e in tecnica tradizionale da studios francesi e cecoslovacchi tra la fine degli anni '60 e il 1973. L'opera, siccome molto più complessa da realizzare rispetto ai corti precedenti del duo francese, è infatti una coproduzione internazionale tra varie società europee voluta soprattutto da Laloux. [...] Il risultato è la summa artistica del post-surrealismo di Topor, uno dei suoi lavori più visionari e particolarmente ispirati, e rappresenta una lettura della storia dell'umanità molto vicina sia ai miti della Grecia antica, sia alla psicoanalisi di matrice junghiana [2].



Principessa Mononoke | Classifiche Daelar Animation
© Studio Ghibli | © Toho

05. Principessa Mononoke

Regista: Hayao Miyazaki

Anno di uscita: 1997

Casa di Produzione: Studio Ghibli

Generi: Avventura, Drammatico, Fantasy, Epico


L'espressione poetica di Hayao Miyazaki viene sublimata in questo capolavoro assoluto dell'epica cinematografica. Il regista, riprendendo messaggi come lo scontro tra natura e uomo, nonché tra arcaico e progresso, dalle sue opere omnie Conan Il Ragazzo del Futuro (1978) e Nausicaä della Valle del Vento (1982/1994), declina il proprio pensiero di armonia, sempre conservatore delle tradizioni, in una messa in scena cruenta e disillusa nella quale il conflitto si dipana commettendo atrocità nella carne e nello spirito della terra. Miyazaki torna dunque alle origini della propria arte, a Taiyo no Oji - Horusu no Daiboken (1968) di Isao Takahata e a Rolf (1971) di Richard Corben, riportando su schermo l'essenza dell'essere umano: creatura eroica o meschina, barbara o civile, alla perenne ricerca di un atto che ne possa validare la propria breve vita corporea. In un mondo dove sono gli spiriti a guidare le leggi naturali, l'uomo può soltanto risultare uno dei tanti animali di passaggio. Questa condanna alla fugacità, tuttavia, porterà sempre le entità più ambiziose verso un folle desiderio di supremazia: una negazione della pace e un tormentato scempio del creato.



Le Avventure del Principe Achmed | Classifiche Daelar Animation
© Comenius-Film | © Milestone Films

06. Le Avventure del Principe Achmed

Regista: Lotte Reiniger

Anno di uscita: 1926

Casa di Produzione: Comenius-Film

Generi: Espressionista, Avventura, Fantasy


[...] nel 1926 la regista Lotte Reiniger crea assieme al marito Carl Koch, a Walter Ruttmann e a Berthold Bartosch quello che ancora oggi viene considerato il primo lungometraggio animato della storia del cinema, ovvero Le Avventure del Principe Achmed. Seguendo i parametri sperimentali del cinema astratto, gli effetti speciali del film - composto da circa 300.000 singole inquadrature - vengono ottenuti per la maggior parte grazie alla sovrapposizione di tre lastre di vetro poste sul background del progetto. Per poter filmare il setting, l'animatrice tedesca inventa infatti il "tavolo multipiano", dispositivo che permette di porre la macchina da presa in alto rispetto al suo piano d'appoggio e, dunque, di riprendere verticalmente tutte le lastre in una sola volta, donando così profondità di campo alle varie silhouettes. Per la fotografia dell'opera, invece, viene impiegato "l'apparato Fischinger". La trama de Le Avventure del Principe Achmed è divisa in cinque capitoli, ognuno dei quali riprende alcuni racconti da Le Mille e Una Notte [3].



Faust | Classifiche Dalear Animation
© Athanor | © BBC | © CNC | © Pandora Film Produktion

07. Faust

Regista: Jan Svankmajer

Anno di uscita: 1994

Casa di Produzione: Athanor, CNC, Pandora Film Produktion

Generi: Grottesco


Il secondo lungometraggio di Jan Svankmajer e della casa di produzione ceca Athanor interpreta, seguendo i principi neo-surrealisti del regista, il dramma Faust. Prima Parte (1831) scritto da Johann Wolfgang von Goethe, inserendo nella complessa narrazione invenzioni visive ed effetti speciali di maggior complessità rispetto a quelli, già notevoli, presenti in Qualcosa di Alice (1988). Il genio del regista riesce a rendere tangibile il mondo illusorio e, al tempo stesso, tremendamente concreto della pellicola, sostituendo allo spazio teatrale il proprio luogo naturale, il palco, pur rimanendone attratto e affascinato. Faust, infatti, incamera lo spirito proto-romantico dello Sturm und Drang, della conflittualità insita nel protagonista, dell'immoralità di Mefistofele, della visionaria presenza scenica del diabolico. La tecnica mista infonde vita agli oggetti, ne tesse una volontà labile e sincera, ricca di dinamiche espressive laddove l'espressività non dovrebbe esserci. Il burattino e il burattinaio si incontrano in uno spettacolo in cui la realtà diventa solo l'apertura di un nuovo ciclo di azioni.



Fantasia | Classifiche Daelar Animation
© Walt Disney Company

08. Fantasia

Regista: AA.VV.

Anno di uscita: 1940

Casa di Produzione: Walt Disney Productions

Generi: Episodico, Fantasy


Il terzo lungometraggio della Walt Disney Productions rappresenta il primo film nella storia del cinema ad essere sonorizzato con la modalità stereo. Inizialmente, Fantasia viene concepito con l'episodio di Mickey Mouse The Sorcerer's Apprentice, cortometraggio realizzato nel tentativo di riconquistare una popolarità del personaggio nettamente diminuita a causa di Popeye "the sailor man" di Max Fleischer e di Donald Duck, sempre della Disney. Per l'ideazione di questo cartone animato, Mickey Mouse viene completamente ridisegnato da Fred Moore, illustratore che proprio in questa istanza ne progetta la versione ancora oggi più utilizzata e conosciuta. Il cortometraggio non prevede inizialmente dialoghi, bensì solo musica d'orchestra diretta da Leopold Stokowski. Tuttavia, nel momento in cui il budget per il cartoon diventa cospicuo per volere di Walt Disney, Stokowski suggerisce alla produzione di azzardare e di creare un lungometraggio che contenga anche altri brani di musica classica abbinati ad altrettante animazioni [4].



The Nightmare Before Christmas | Classifiche Daelar Animation
© Touchstone Pictures | © Walt Disney Company

09. The Nightmare Before Christmas

Regista: Henry Selick

Anno di uscita: 1993

Casa di Produzione: Touchstone Pictures

Generi: Fantasy, Musical, Grottesco


[...] The Nightmare Before Christmas, nel 1993, rappresenta una vera e propria rivoluzione per il medium dell'animazione cinematografica per due principali motivi: è il primo lungometraggio ad alto budget creato interamente in passo-uno; è il primo film in assoluto realizzato integralmente attraverso scenografie scomponibili - di dimensioni tra i quindici e i venti metri quadri - e attraverso personaggi di plastilina - alti circa cinquanta centimetri - con mani, volti e indumenti modificabili e intercambiabili. [...] è pura poesia visiva, uno spettacolo in puppet animation ripreso in pieno stile espressionista come The Pied Piper (1985) di Jiri Barta e fonda le proprie minuziosità tecniche ed estetiche nella scuola d'animazione cecoslovacca, specializzata in passo-uno fin dai primi lavori del "Walt Disney dell'Est Europa" Jiri Trnka. [...] esiste di certo una mente geniale dietro a questa pellicola rivoluzionaria, un valore concettuale - e non solo tecnico - che riesce a infondere vera e propria poesia in ogni immagine ripresa in stop-motion [5].



La Tartaruga Rossa | Classifiche Daelar Animation
© Studio Ghibli | © Wild Bunch

10. La Tartaruga Rossa

Regista: Michaël Dudok de Wit

Anno di uscita: 2016

Casa di Produzione: Wild Bunch, Studio Ghibli

Generi: Drammatico, Fantasy


[...] La poetica del regista raggiunge la sua massima espressione, dalla condizione precaria dell'essere umano (perno concettuale di Father and Daughter) all'ecologia (base di Tom Sweep), dalla fantasia visionaria all'oppressione del reale. Questa riproposizione di Robinson Crusoe di Defoe crea ponti filosofici tra la natura dell'animale sociale (l'uomo) e la natura del mondo (Dio), quasi richiamando il naturalismo spirituale di Terrence Malick in una dimensione in cui non esistono voci, bensì soltanto rumori e suoni selvatici. Artisticamente, la presenza dello Studio Ghibli non snatura ma, al contrario, accentua i caratteri dolci ed essenziali di Dudok de Wit, mentre realizza sfondi e sfumature fotografiche meravigliose nella loro semplicità. Ancora più straordinaria è la fusione stilistica tra Occidente e Oriente, che permette a La Tartaruga Rossa di godere di fondali e di paesaggi che tanto si rifanno alla scuola fumettistica franco-belga e all'Impressionismo, quanto integrano nella sobrietà delle tonalità di colore l'ukiyo-e e il design grafico giapponese [6].


----------------------------------------------------------------------------------


APPROFONDIMENTI







bottom of page