La figura artistica e professionale del regista nel medium dell'animazione è divenuta importante e nota al pubblico quando, intorno al 1916, le prime case di produzione statunitensi Barré-Bowers, International Film Service e Bray Productions hanno cominciato a definire una gerarchia all'interno degli staff dei diversi studios, portando dunque il lavoro dell'animatore - prima autosufficiente - a sottostare al volere e alle richieste di mansioni come il produttore, il distributore (spesso un'azienda esterna allo studio) e il coordinatore del team all'opera, ovvero il regista. Se, tuttavia, negli USA si comincia a perdere la concezione di auto-produzione dei corti, soprattutto dopo le dipartite di pionieri quali James Stuart Blackton e Winsor McCay, in Europa e in Oriente tale principio resiste e nel "Vecchio Continente" cominciano a nascere vere e proprie correnti artistiche finanziate o in proprio, o dagli Stati europei. Tale sistema reggerà saldamente fino all'ascesa di Adolf Hitler in Germania, che tra le varie azioni di propaganda bandirà dalla nazione tedesca il cinema astratto di Reiniger, Richter, Koch, Bartosch, Ruttmann e Fischinger, definendolo "arte degenerata".
In questa classifica sono presenti i dieci migliori registi e film-makers della storia dell'animazione cinematografica. Ai fini della graduatoria, sono stati considerati gli artisti, di impronta o autoriale o prettamente tecnica, più importanti, influenti e stilisticamente d'impatto sul medium dell'intera arte del cinema, oltre che sul cinema d'animazione. A piè pagina, invece, si può trovare il link alla lista estesa nel sito letterboxd, per poter visionare la classifica completa con associate le migliori opere animate di sempre sul piano realizzativo, ovvero della regia e del montaggio [1].
01. Mamoru Oshii
Nazionalità: giapponese
Anno di nascita: 1951
Opere principali: Angel's Egg, Patlabor 2: Il Film, Ghost In the Shell, Innocence, The Sky Crawlers
Generi di riferimento: Fantascienza, Politico, Poliziesco
Lo spirito anticonformista e fortemente anarchico di Mamoru Oshii ha segnato in modo indelebile i generi cinematografici legati al distopico, al poliziesco sci-fi e al topic cyberpunk. Nessun regista è riuscito più di Oshii a disseminare la propria poetica in ogni anfratto dell'arte figurativa e oratoria, dal fumetto al cinema, dal radio-dramma alla letteratura. Traendo le proprie fondamenta stilistiche dalla scuola registica contemplativa di Andrej Tarkovskij, l'artista è riuscito a far emergere nel vasto mondo dell'animazione orientale il fascino per il teatro dell'assurdo, per il grottesco e per il surreale - Gosenzo-sama Banbanzai - e assunti intellettuali come il tema del paradosso e le visioni oniriche - Lamù 2: Beautiful Dreamer, Angel's Egg. Assieme a questo, Oshii rappresenta il regista poetico e tecnico più audace della storia dell'animazione internazionale grazie ai suoi lavori autoriali creati e concepiti con il gruppo Headgear - Twilight Q, Patlabor - e con la Production I.G - Ghost In the Shell, Innocence, The Sky Crawlers. Tutto ciò senza considerare la sua vasta filmografia live-action.
02. Hayao Miyazaki
Nazionalità: giapponese
Anno di nascita: 1941
Opere principali: Nausicaä della Valle del Vento, Principessa Mononoke, La Città Incantata
Generi di riferimento: Avventura, Drammatico, Fantasy
Il regista d'animazione più importante e influente della storia del cinema ha guidato il Giappone dal 1963 al 2013, prima come eccellente animatore e designer assieme a Yoichi Kotabe sotto la attenta supervisione di Yasuo Otsuka e di Isao Takahata e poi, da Lupin III - Il Castello di Cagliostro (1979) a Si Alza Il Vento (2013), attraverso un estro d'autore e una visione del fantasy totalmente inediti nella storia dell'arte figurativa. Hayao Miyazaki rappresenta, più di qualunque altro artista nella storia dell'animazione, lo stile ibrido tra Europa ed Estremo Oriente, un ponte che attraverso capolavori come Conan Il Ragazzo del Futuro (1978) e Nausicaä della Valle del Vento (1984) è riuscito a fondere in oltre cinquant'anni di carriera i tratti di Hergé e Moebius ai design di maestri come Yasuji Mori e i russi Lev Atamanov, Ivan Ivanov-Vano, Valentia Brumberg e Zinaida Brumberg. Il cinema hollywoodiano, come buona parte dell'animazione internazionale, vive ancora oggi del retaggio culturale inventato e imposto nel medium da Miyazaki, motivo per il quale difficilmente in futuro il peso della sua incredibile filmografia potrà essere raggiunto da altri artisti.
03. Jan Švankmajer
Nazionalità: ceca
Anno di nascita: 1934
Opere principali: Faust, Picnic with Weissmann, Jabberwocky, Dimensions of Dialogue, Alice
Generi di riferimento: Grottesco
Il genio del neo-surrealismo europeo rappresenta l'esponente più importante della tecnica mista in animazione. Partendo da lavori giovanili già pregni delle eccentricità che ne avrebbero definito la poetica negli anni '80 e '90 - Picnic with Weissmann (1968), Jabberwocky (1971) - Svankmajer si è imposto come il regista autoriale d'animazione più importante e significativo del genere grottesco attraverso cortometraggi e lungometraggi unici e artisticamente incomparabili. Grazie alla casa di produzione Athanor e grazie a collaboratori d'eccellenza come la moglie Eva Svankmajerova e il regista indipendente Jaromir Callista, dal 1987 - Alice - al 2018 - Insects - l'artista ceco ha saputo inscenare e dirigere con il suo inconfondibile stile sperimentale opere dall'estremo taglio narrativo intellettuale e dall'aspetto profondamente kafkiano, bizzarro, tanto "horrorifico" quanto stravagante. I soli cortometraggi basterebbero per definire Jan Svankmajer uno dei massimi maestri della stop-motion, tuttavia film come Faust (1994), I Cospiratori del Piacere (1996), Little Otik (2000), Lunacy (2005) e Surviving Life (2010) ne elevano notevolmente la inimitabile caratura artistica.
04. Wilfred Jackson
Nazionalità: statunitense
Anno di nascita: 1906
Opere principali: Una Notte sul Mt. Calvo e Ave Maria, The Old Mill, Biancaneve e I Sette Nani
Generi di riferimento: Fantasy, Musical
Il migliore tecnico della storia dell'animazione corre in soccorso di Walt Disney e di Ub Iwerks nel 1928 per realizzare e per coordinare con le animazioni il comparto sonoro e musicale del corto Steamboat Willie. In seguito alla rivoluzione commerciale e mediatica intrapresa dal personaggio di Mickey Mouse, Wilfred Jackson viene subito riconosciuto da Disney come uno dei professionisti più talentuosi della sua generazione e comincia, dal 1929, a dirigere cortometraggi per l'azienda di cartoons californiana. Dal 1931 al '53, il regista e animatore sarà responsabile della maggior parte dei corti e dei lungometraggi più importanti e tecnicamente più sbalorditivi della Walt Disney Productions: Egyptian Melodies (1931), The Goddess of Spring (1934, Silly S.), The Band Concert (1935), Music Land (1935), The Old Mill (1937), Una Notte sul Mt. Calvo e Ave Maria (1940, Fantasia), Cenerentola (1950), Alice nel Paese delle Meraviglie (1951), Le Avventure di Peter Pan (1953) e Lilli e Il Vagabondo (1955). Oltre che come regista supervisore di tali opere, Jackson risulterà cruciale anche come sequence director dei primi classici della Golden Age Disney.
05. Isao Takahata
Nazionalità: giapponese
Anno di nascita: 1935
Opere principali: La Tomba delle Lucciole, La Storia della Principessa Splendente, Pom Poko
Generi di riferimento: Drammatico, Guerra, Fantasy
Il cammino artistico di Isao Takahata racconta l'infanzia e la giovinezza seguendo una sensibilità altrove inedita, impossibile da ritrovare in altri autori o da emulare. [...] La poetica del regista si plasma e si stratifica attraverso due poli concettuali ben definiti, entrambi concepiti dall'artista probabilmente in tempo di guerra. Il primo consiste nella visione drammatica e cruda della realtà, una idealizzazione profondamente legata alla terra e alla sopravvivenza, ovvero l'ineluttabile percorso tortuoso e tragico che porta la purezza dell'infanzia a svanire. Il secondo mette in gioco la dimensione poetica del vivere, la fantasia pura, il Romanticismo ottocentesco come strumento narrativo, visivo e musicale per poter condurre e trasportare il realismo nel mondo aulico e sincero della natura sia umana, sia terrestre. [2] Takahata rappresenta l'apice della corrente del réalisme poétique espresso nell'animazione e l'unico regista giapponese intellettualmente comparabile agli autori europei - come Norshteyn, Trnka e Jankovics - massimi portavoce del proprio folklore.
06. Jurij Norštejn
Nazionalità: russa
Anno di nascita: 1941
Opere principali: Tale of Tales, The Battle of Kerzhenets, The Fox and the Hare, The Overcoat
Generi di riferimento: Biografico, Drammatico, Fantasy
L'artista russo è il massimo rappresentante dell'animazione artigianale di scuola sovietica, latore di storie, di racconti e di una cultura antica radicata nella società contadina delle Alture del Volga. La poetica di Jurij Norstejn, detto anche Norshteyn, si stratifica donando alle favole folkloristiche della propria terra una valenza altamente filosofica, spirituale e uman(istic)a attraverso collage animati (tecnica in passo-uno sviluppata dal suo maestro Ivan Ivanov-Vano), cut-out e silhouette animation. Il regista e animatore, grazie anche ai successi di critica riscossi da molte sue opere, ha portato tra il 1968 e il 1979 il principale studio d'animazione sovietico, la casa di produzione Soyuzmultfilm, ad essere riconosciuto a livello internazionale come una delle realtà artistiche più importanti del medium. Se dunque a Lev Atamanov e al suo film La Regina delle Nevi (1957) si deve il successo mediatico dell'animazione russa, a Norstejn e a capolavori come Il Riccio nella Nebbia (1975) e Il Racconto dei Racconti (1979) si deve invece la consapevolezza da parte del mondo di un serio slittamento del medium sovietico: da - principalmente - propagandistico a culturalmente ricercato.
07. Satoshi Kon
Nazionalità: giapponese
Anno di nascita: 1963
Opere principali: Perfect Blue, Millennium Actress, Tokyo Godfathers, Paranoia Agent, Paprika
Generi di riferimento: Drammatico, Thriller, Grottesco
Il maestro delle illusioni è senza dubbi il regista d'animazione più importante ad aver esordito alla regia negli anni '90. Kon è la perfetta esemplificazione del cinema come strumento d'astrazione, come ponte tra il mondo dell'immaginario e quello d'immagine. La propria passione per il cinema lo ha portato a scrivere e a realizzare opere dalle forti componenti meta-narrative, citazionistiche e visionarie, passando dal thriller al dramma d'autore, dalla commedia grottesca alla fantascienza. In appena nove anni, ovvero dal 1997 al 2006, Kon ha saputo re-inventarsi sempre, dirigendo film dalla spiccata attenzione verso il comparto estetico-visivo con una poetica autoriale originale e inedita nell'intero panorama internazionale della "settima arte". La sua prematura morte, assieme ai flop finanziari di kolossal animati giapponesi quali Innocence (2004) di Oshii e Steamboy (2004) di Otomo, rappresenta una delle principali cause del declino generale della qualità delle opere d'animazione cinematografica prodotte in Giappone dopo il 2013, in quanto una volta perso il genio di Kon e una volta messi da parte maestri come Oshii, Otomo e Kawajiri, il cinema animato giapponese non ha più voluto osare come prima né in termini di budget, né in termini artistici.
08. Henry Selick
Nazionalità: statunitense
Anno di nascita: 1952
Opere principali: The Nightmare Before Christmas, Coraline e La Porta Magica, Wendell & Wild
Generi di riferimento: Horror, Grottesco, Musical
In seguito alla sua permanenza presso il CalArts della Disney e dopo aver conosciuto l'animatore e regista Tim Burton, Henry Selick diventa nel 1993 una delle figure di rilievo più note e apprezzate dell'animazione statunitense grazie al capolavoro assoluto The Nightmare Before Christmas. Il suo gusto estetico - vicino al gotico romantico di Burton ma privo delle influenze pop dell'autore - e la sua incredibile maestranza tecnica nel saper dirigere modelli e scenografie in stop-motion - non per altro le sue principali influenze derivano dal cinema astratto di Lotte Reiniger e dalle invenzioni di Ray Harryhausen - ne caratterizzano una filmografia tanto scarna quanto visionaria. Oltre al miglior lungometraggio in passo-uno realizzato negli USA, Selick dal 1993 al 2022 dirige e supervisiona James e La Pesca Gigante (1996), Monkeybone (2002), Moongirl (2005, corto), Coraline (2009) e Wendell & Wild (2022). Se il suo ultimo lungometraggio gode di una narrazione tanto agitata quanto impressionante grazie al testo di Jordan Peele, Coraline, invece, plasma la realtà definitiva dell'animazione horror grazie al racconto di Neil Gaiman e, soprattutto, grazie alla straordinaria e disturbante direzione del miglior regista freelancer dell'animazione occidentale.
09. Jirí Barta
Nazionalità: ceca
Anno di nascita: 1948
Opere principali: The Pied Piper, The Vanished World of Gloves, Disc Jockey, The Design, Golem
Generi di riferimento: Horror, Grottesco
Il maestro europeo dell'orrore in passo-uno, celebrato da artisti del calibro di Henry Selick e Phil Tippett, rappresenta l'autore che, più di chiunque altro nella storia dell'animazione, ha saputo unire negli anni '80 e '90 la scuola d'animazione cecoslovacca della puppet animation del luminare Jirí Trnka alla visionaria pixilation surreale di Jan Svankmajer. I lavori di Barta, prima legati alla pratica e alla sperimentazione registica della semplice tecnica del frame by frame, poi - dal capo d'opera The Vanished World of Gloves (1982) - espressioni artigianali degli stili più disparati applicati al marionettismo ripreso in stop-motion, hanno rielaborato l'immaginario dell'animazione nell'Europa dell'est, un territorio profondamente legato all'arte del movimento dei pupazzi già dai primi anni '10 del Novecento grazie alle opere del pioniere Ladislas Starevich. Jirí Barta è il regista dei corti e dei mediometraggi in passo-uno più avveniristici degli anni '80 e, grazie alla sua eccellente e maniacale cura per il dettaglio d'inquadratura, ha influenzato artisti di ogni parte del mondo alle prese con la tecnica stop-motion: dai Quay a Paul Berry, da Phil Tippett a Christiane Cegavske.
10. Katsuhiro Ôtomo
Nazionalità: giapponese
Anno di nascita: 1954
Opere principali: Akira, Cannon Fodder, Interrompete I Lavori!, Robot Carnival, Steamboy
Generi di riferimento: Azione, Fantascienza, Catastrofico
Il "genio di Hasama" nasce prima di tutto come mangaka, anche se già i suoi primi lavori stampati esprimono una cura per il layout e per l'inquadramento delle tavole propria di un regista tecnico ed estremamente preparato. Durante la stesura del suo capolavoro assoluto, Akira (1982/1990), il fumettista, già alle prese con diversi cortometraggi live-action, decide di affacciarsi come designer e come animatore all'animazione giapponese, realizzando nel 1983 il character design del primo esempio di film sci-fi kolossal del cinema animato orientale: Harmagedon, lungometraggio diretto da Shigeyuki "Rintaro" Hayashi e prototipo, sia stilistico che concettuale, delle future opere animate di Otomo. L'artista, dal 1986 al - per adesso - 2013, si imporrà come una delle figure produttive e tecniche maggiormente considerate nel medium dell'animazione cinematografica grazie ad alcuni dei progetti più ambiziosi pubblicati nella storia dell'arte dell'animare: Meikyu Monogatari (1987), Robot Carnival (1987), Akira (1988), Memories (1995), Steamboy (2004) e Short Peace (2013).
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APPROFONDIMENTI
[1] Silvano, Isaia (2022). Animation: Best Movies of All Time | Direction & Filmmakers. genga009. letterboxd.com