Il 3 settembre 2018 lo studio MAPPA, dopo il successo riscosso da Banana Fish, in collaborazione con la Tezuka Productions presenta il trailer di una serie animata destinata a diventare uno dei migliori adattamenti animati degli ultimi anni: un anime basato su un'opera scritta e disegnata da Osamu Tezuka e pubblicata sulla rivista Weekly Shonen Sunday tra il 1967 e il 1968.
La trama della serie
Ambientato nel periodo Sengoku (1467/1615), Daigo Kagemitsu, signore feudale, alla nascita del suo primogenito sacrifica l'anima e il corpo del neonato per garantire prosperità al suo terreno e al suo popolo. Il bambino viene abbandonato al suo destino demoniaco, privo di molte parti corporee, tuttavia viene miracolosamente salvato da Jukai, un chirurgo con una grandissima abilità nel creare protesi artificiali. L'uomo si affeziona al piccolo deforme, chiamandolo Hyakkimaru (che letteralmente significa "ragazzo dei 100 demoni"), e lo alleva come un suo figlio, fornendogli delle protesi, cibo, una casa e un duro allenamento da spadaccino. Hyakkimaru cresce, diventando un abile cacciatore di mostri molto più forte di un normale essere umano e decide di spostarsi per continuare a ucciderli. Durante il suo viaggio, il giovane guerriero demoniaco incontrerà un orfano di nome Dororo, che si unirà a Hyakkimaru alla ricerca di compagnia e di protezione.
Dororo scopre che, ogni qualvolta il cacciatore uccide un demone che ha stretto il patto con Daigo Kagemitsu, Hyakkimaru riottiene una parte del proprio corpo che gli era stata sottratta alla nascita, inconsapevole che le gesta del guerriero porteranno la terra del signore feudale verso una terribile sorte di povertà, di carestia e di disperazione.
Contesto e sviluppo
Oltre a un live-action uscito nel 2007, il manga già godeva di un adattamento animato realizzato nel 1969, subito dopo la conclusione dell'opera cartacea: un piccolo gioiello fondamentale per l'animazione giapponese che ha contribuito ad accrescere l'interesse mondiale verso il "Paese del Sol Levante". Durante la seconda metà degli anni '60, Tezuka decide di avvicinarsi all'animazione "adulta" e, in seguito ad Astro Boy (1963), decide di adattare il suo manga, Dororo, proponendo una storia fedele a quella originale anche se, purtroppo, vittima all'epoca di forti censure e perciò difficilmente realizzabile. Il limite di Tezuka, infatti, era stato quello di dover rendere molte proprie opere un po' spensierate perché, in quegli anni, lo stesso pubblico giapponese nutriva ancora dei pregiudizi nei confronti dei fumetti, preconcetti che l'autore, con i suoi manga e con le serie della Mushi Productions, stava cercando di abbattere. Nonostante tutto, Tezuka come artista ha sempre dimostrato due straordinarie capacità: saper raccontare storie destinante ai bambini e ai ragazzi esprimendo nelle trame argomenti e concetti delicati come la guerra, l'odio e la discriminazione sociale; saper creare personaggi memorabili, la maggior parte dei quali avrebbero poi influenzato molti mangaka degli anni '70 e '80, e caratterizzati ad hoc per far emergere le tematiche portanti dei propri racconti.
L'adattamento di Dororo (2019) dello studio MAPPA, diretto da Kazuhiro Furuhashi (Le Chevalier D'Eon, Rurouni Kenshin, Zipang, Spy x Family) e sceneggiato da Yasuko Kobayashi (Death Note, Claymore, Attack on Titan), non solo si propone come remake dell'anime del 1969 in vista del suo 50° anniversario, ma anche di dare all'opera cartacea una sfumatura più cupa e adulta, data per esempio dal cambiamento nel character design di Satoshi Iwataki che, mantenendo le componenti essenziali di quello originale, riesce a realizzare uno stile accattivante e realistico, design prediletto anche dallo stesso direttore Furuhashi piuttosto diverso dal tratto cartoonesco e rotondo di Osamu Tezuka, ispirato invece fortemente a quello della Disney della propria golden age.
La serie animata, composta da ventiquattro episodi, segue fedelmente l'opera di Tezuka nonostante aggiunga componenti narrative minori, intrecciando la cronologia degli avvenimenti e inserendo episodi conclusivi che permettono sia di approfondire i personaggi, sia di mostrare un Giappone nel XV secolo, popolato da mostri ricorrenti nella mitologia e nel folklore orientale, devastato da sanguinose guerre tra clan, banditi e tra samurai erranti. Quest'ultimo tema, particolarmente caro all'animazione giapponese, viene riproposto per poter discutere in maniera seria della tragedia raccontata nell'anime, che narra una trama estremamente cruda in cui i personaggi restano vittime indipendentemente dall'età, dal genere e dal contesto sociale di appartenenza. L'epoca Sengoku, di fatto, è stata un periodo di importante instabilità politica per l'isola dell'Honshu ed è stata teatro di diverse guerre civili. Inoltre, quest'epoca è stata fonte d'ispirazione non solo per fumettisti come Osamu Tezuka, ma per diversi capolavori del cinema dell'Estremo Oriente come, per esempio, le opere epiche del regista Akira Kurosawa: I Sette Samurai, Il Trono di Sangue, Kagemusha, Ran.
Dororo è ambientato in un mondo in cui i personaggi vivono una vita fittizia, in cui la pace esiste solo grazie a dei patti generati tra uomini e yokai: mostri della mitologia giapponese che possono mostrarsi come creature benevoli o maligne, come accade per esempio nell'episodio quindici - La Storia della Scena dall'Inferno: Dororo, all'interno di un prospero villaggio protetto da dei demoni che, in cambio della loro benedizione, richiedono agli umani continui sacrifici, incontra degli spiriti di bambini morti che si mostrano tutt'altro che affamati e pericolosi. Nel mondo di Dororo, infatti, aleggia costantemente la paura verso il destino - fortemente legata alla religione buddista - che si intromette nelle vite degli esseri umani e che cerca di rispondere alla domanda: saresti disposto a rinunciare alla tua umanità, lasciandoti condizionare dalla brama di potere, o a sporcarti le mani di sangue pur di cambiare il percorso del tuo destino?. Non a caso, la maggior parte dei demoni che appaiono nella serie animata vengono chiamati proprio dagli umani, che li sfruttano per i loro scopi, rendendoli perciò fragili ma molto più pericolosi rispetto agli yokai liberi da patti. Tutto ciò viene mostrato attraverso un viaggio nell'orrore, pieno di scene d'azione e piuttosto disturbante che influenza drasticamente il malessere psicologico, già presente all'inizio, dei personaggi primari.
Personaggi
Il punto focale di Dororo sono i personaggi, caratterizzati da diverse sfaccettature che ognuno di loro si ritrova a dover affrontare: conflitti interiori che metteranno alla prova la loro vera umanità.
Non esiste un vero villain all'interno della storia perché tutti i personaggi sono vittime degli eventi che si susseguono e combattono per giuste cause. Infatti, dipende solamente da loro se redimersi o meno di fronte alle azioni da loro compiute. Reduci dalla guerra e da un forte dolore, i personaggi in Dororo sono disposti a scegliere la via della redenzione, oppure a rimettere il proprio destino a creature più potenti di loro al fine di sopravvivere. Hyakkimaru e Dororo, i due protagonisti, sono legati da un profondo spirito di fratellanza e viaggiano in una terra pericolosa che rischia più volte di separarli. Dororo è un personaggio tragico, ma allo stesso tempo un barlume di coraggio e di speranza sempre fiducioso nei confronti del futuro. Sceglie infatti di rimanere accanto ad "Aniki", nonostante sia del tutto consapevole del terribile futuro che attenderà il mondo quando il suo amico riuscirà a recuperare tutte le proprie parti del corpo.
Il percorso evolutivo e dinamico di Hyakkimaru, invece, può essere visto e interpretato come un classico "viaggio dell'eroe", che prosegue tuttavia nella direzione opposta a quella della crescita [1]. All'inizio dell'anime è invincibile grazie alle sue abilità sovrumane in combattimento, al proprio corpo artificiale che sfrutta come arma e al non poter subire alcun dolore fisico tattile per via della totale mancanza di un sistema nervoso periferico. In seguito ai duelli con i demoni, il protagonista riacquista una diversa parte del proprio corpo, trasformandosi dunque pezzo dopo pezzo, organo dopo organo, in un normale umano e cominciando perciò a comprendere la crudeltà del mondo che lo circonda - soprattutto dopo aver perso Mio, il suo unico e vero amore.
Il desiderio di riprendersi le parti del proprio corpo, uccidendo chiunque ostacoli il suo cammino, mette a dura prova sia l'umanità del personaggio, sempre negata dalla maledizione scagliatagli dal padre appena nato, sia il rapporto con Dororo e con la sua famiglia (quella "adottiva" e solo parte di quella naturale). Desideroso di riconquistare i propri arti e di poter abbracciare la propria umanità, Hyakkimaru si vede perennemente in bilico tra il diventare lui stesso un mostro, come le creature che è abituato a uccidere, e il poter diventare un vero essere umano sia nella carne che, soprattutto, nello spirito.
Conclusioni
Elogiata come una delle serie animate più belle del decennio [2], Dororo rappresenta un grande omaggio a Osamu Tezuka, una serie perfetta per far appassionare le nuove generazioni ai lavori del maestro grazie a tutte le migliorie di scrittura e tecniche che Kobayashi, Furuhashi e lo studio MAPPA riescono a restituire alle mancanze riscontrabili nell'anime del 1969. Il comparto tecnico risulta di buono livello, nonostante alcuni episodi soffrano di disegni piuttosto affrettati, ma la regia di Furuhashi e la cura nelle animazioni fisiche e dinamiche dei personaggi riescono a dare vita a epici combattimenti tipici del genere jidai-geki, battaglie sempre accompagnate da una sontuosa colonna sonora stile kagura e taiko di Yoshihiro Ike (Tiger & Bunny, Inuyashiki, B: The Beginning).
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