L'illustratore e animatore cecoslovacco Jirí Trnka è uno dei registi più importanti al mondo nel campo dell'animazione in stop-motion. Negli anni dal 1936 al 1945, prima di realizzare opere cinematografiche, l'artista cecoslovacco lavora in un laboratorio dove già mette a punto piccoli spettacoli e dove diventa abile nel gestire e riprodurre tecniche di marionettismo imparate dal suo maestro burattinaio Josef Skupa. Alla fine della Seconda guerra mondiale, quando Trnka sta per creare il suo primo corto in puppet animation, la Cecoslovacchia viene liberata dall'occupazione nazi-fascista e passa sotto l'influenza politica e amministrativa dell'Unione Sovietica. Il cinema dell'artista cecoslovacco metterà sempre a fuoco in maniera allegorica le diverse realtà vissute dal suo Paese durante la prima metà del Novecento e durante parte degli anni '50 e '60. Queste memorie descritte o rappresentate nei suoi corti e lungometraggi apparterranno infatti sia all'intimità e all'esperienza vissute dall'animatore, sia alle età trascorse collettivamente dal popolo cecoslovacco: quella povera nella quale Trnka era giovane dopo la Grande Guerra, quella del terrore durante il Secondo conflitto mondiale e la terza, soggiogata, sotto il dominio dell'URSS.
Il primo lungometraggio in puppet animation del regista, The Czech Year del 1947, è anche uno dei primi film interamente animati della storia dell'animazione europea. L'opera di Trnka narra attraverso sei segmenti la vita quotidiana e i racconti di un villaggio rurale della Cecoslovacchia. L'utilizzo innovativo di marionette per realizzare i personaggi, tecnica prima conosciuta soprattutto per i lavori del pioniere Ladislas Starevich, fa conoscere il film e l'artista europeo in tutto il Vecchio Continente tra il 1947 e il 1949. A Venezia e a Parigi, The Czech Year vince infatti premi prestigiosi come l'International Prize for Animated Picture e la Medaglia della Biennale. Solo poco tempo più tardi, nel corso degli anni '50, Jirí Trnka riscuoterà un successo planetario con altre opere animate come Sogno di Una Notte d'Estate (1959), lungometraggio in puppet animation tratto dalla celebre commedia di William Shakespeare del 1595, tanto che sarà riconosciuto negli Stati Uniti d'America come "il Walt Disney dell'Est Europa". La poetica dell'artista si stratifica col tempo ma rimane sempre ancorata a principi morali saldi come il patriottismo, l'indagine dell'ignoto (è infatti uno dei primi animatori stop-motion a ricorrere a elementi e atmosfere surreali), l'attaccamento alla terra e il rigetto verso la tecnologia.
Nel 1963, grazie al suo enorme contributo nel mondo dell'animazione cinematografica autoriale di più alto rilievo, il grande regista viene elogiato dallo Stato cecoslovacco con il titolo di "Artista Nazionale". Trnka si trova all'apice del successo in una nazione che, tuttavia, non può e soprattutto non vuole dare ai propri artisti alcun tipo di reale libertà. Alla luce di ciò, dalla metà del 1963 fino al 1965, per il regista comincia un ultimo ciclo produttivo, un periodo artistico rappresentato da argomenti sempre più cupi e potenzialmente pericolosi.
Ruka, forse l'opera più importante dell'animazione ceca insieme a Faust, Cospiratori del Piacere e Alice di Jan Svankmajer, è un tetro cortometraggio del 1965 diretto da Trnka in cui uno spensierato vasaio viene avvicinato da una enorme mano fluttuante. Nel momento in cui essa ordina al piccolo protagonista di scolpire una statua che la raffiguri con un dito alzato, l'onesto vasaio si rifiuta di ascoltarla e la scaccia via. L'opera, realizzata sempre con marionette in stop-motion, rappresenta l'ultima e più celebre creazione del regista e della sua fase artistica più ombrosa a livello tematico. Il film, conosciuto in Italia come La Mano, inscena un triste racconto metaforico che riflette il reale ambiente logorante e restrittivo in cui molti artisti della Cecoslovacchia sono costretti a lavorare, ovvero seguendo le imposizioni di un sistema politico che soffoca ogni libertà di espressione.
Per questo motivo, mentre anni dopo la sua realizzazione l'American Film Academy dichiarerà Ruka il quinto miglior film d'animazione della storia, quando Trnka morirà a Praga nel 1969 per complicanze cardiache - all'età di soli cinquantasette anni - il film verrà bandito dalla nazione cecoslovacca. Maestri del surrealismo e dell'animazione in stop-motion come Jan Svankmajer e Bretislav Pojar, quest'ultimo allievo riconosciuto del luminare della puppet animation, devono molto alla filmografia di Trnka, sia da un punto di vista tecnico (anche se lo stile bizzarro e peculiare di Svankmajer si avvicina più alla pixilation del regista Norman McLaren), sia da un punto di vista concettuale. Pojar, regista naturalizzato canadese e intenso collaboratore del National Film Board, in particolare basa, come il suo maestro Trnka, la propria poetica sulla presa di coscienza del reale e, dunque, sul disincanto e sulla poco felice concretezza della vita terrena. L'eredità artistica di Jirí Trnka viene quindi raccolta e conservata con estremo riguardo da una nuova generazione di animatori, artisti che riusciranno, anche grazie ai cambiamenti di natura sociale e politica che riorganizzeranno l'amministrazione statale della Cecoslovacchia dalla fine degli anni '60 agli anni '90, a produrre capi d'opera che segneranno in maniera indelebile la storia dell'animazione.