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Immagine del redattoreLorenzo Sartor | Collaboratore esterno

Lupin III - Il Castello di Cagliostro: il primo film di Miyazaki

Hayao Miyazaki era considerato una figura importante per l'animazione giapponese ben prima dell'uscita del suo primo lungometraggio. Aveva già dimostrato grande abilità nelle animazioni lavorando a molte opere per la Toei Animation, come ad esempio Il Gatto con Gli Stivali (1969) di Kimio Yabuki o Ali Babà e I 40 Ladroni (1971). Aveva partecipato inoltre come consulente alle prime opere dell'amico e collega Isao Takahata. Siamo ancora lontani dalla creazione dello Studio Ghibli, ma possiamo già vedere formarsi le basi da cui poi nascerà lo studio d'animazione orientale più amato al mondo [1]. Dopo aver lasciato la Toei, Miyazaki e Takahata passano alla Tokyo Movie, per la quale realizzano alcune puntate della prima serie di Lupin III (1971), di cui comunque supervisionano l'intero prodotto. La prima serie non si rivela subito un successo di critica e pubblico, tuttavia riadatta l'intero immaginario costruito dall'autore del manga originale Monkey Punch. Miyazaki, infatti, utilizza i personaggi del manga per raccontare temi che lui stesso vuole esplorare e per maturare il suo stile, capovolgendo in parte la caratterizzazione del protagonista e, soprattutto, mutando in maniera notevole il messaggio politico del franchise. Sostenere tuttavia che Miyazaki e Takahata abbiano rovinato il personaggio di Lupin mostra una scarsa conoscenza della materia di base, in quanto Lupin III da sempre ha avuto più interpretazioni e ha vestito più profili, non per forza uno peggiore o migliore dell'altro.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
© Tokyo Movie Shinsha | © Toho


Che Lupin III con il tempo sia diventato qualcos'altro è lampante, ma l'adattamento di Miyazaki e Takahata rimane la migliore versione di questi personaggi che si sia mai vista sul piccolo schermo. Dopo quest'esperienza, i due fondatori dello Studio Ghibli passano alla Nippon Animation e danno vita a classici dell'animazione giapponese quali Heidi (1974), Anna dai Capelli Rossi (1979) e il capolavoro Conan Il Ragazzo del Futuro (1978), uno dei migliori anime mai realizzati. Nel frattempo, la Tokyo Movie decide di produrre il lungometraggio Lupin III - La Pietra della Saggezza (1978), film dalla qualità mediocre che rappresenta solo il punto di partenza da cui inizierà ben presto la realizzazione di veri e propri lungometraggi tratti dalla tanto amata serie tv. Su richiesta di Yasuo Otsuka, maestro alla Toei di Takahata e di Miyazaki, viene proposto a Miyazaki di dirigere il secondo lungometraggio del franchise e quest'ultimo accetta per via del desiderio di sperimentare alcune innovazioni anche in campo cinematografico. Il regista non pensava che avrebbe continuato a dirigere film dopo questo suo esordio; al contrario, pensava che sarebbe stata un'esperienza interessante per la sua carriera, ma che non lo avrebbe mai portato fuori dal percorso da lui inizialmente scelto. Nessuno poteva immaginare che dal successo di questo film sarebbe nata la necessità artistica di raccontare nuove storie al cinema, desiderio che anni dopo avrebbe portato proprio alla nascita dello Studio Ghibli.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
© Tokyo Movie Shinsha | © Toho


Lupin III e Miyazaki


Lupin III: Il Castello di Cagliostro (1979) è da molti ritenuto il punto più alto del franchise di Lupin III. Il personaggio debutta sulle pagine di Weekly Manga Action nell'estate del 1967. L'autore è il sopraccitato Monkey Punch, pseudonimo di Kazuhiko Kato, e il furfante protagonista è una reinterpretazione del ladro francese Arsenio Lupin, nato dalla penna di Maurice Blanc. La struttura delle storie del manga - nonché dell'anime - è semplice. Le vicende sono per la maggior parte incentrate su colpi messi a segno in giro per il mondo da Arsenio Lupin III, di solito attuati grazie all'aiuto di uno dei suoi amici. Normalmente il ladro è ostacolato dall'ispettore dell'Interpol Koichi Zenigata, ossessionato dal desiderio di gettare Lupin III dietro le sbarre. Tra i due c'è in realtà un rapporto di rispetto, come se la ragione di vita di entrambi fosse quella di battere l'avversario. Certe volte infatti Zenigata non sembra affatto triste nel perdere le tracce di Lupin, come se fosse conscio che è la sua fuga a dargli la spinta per continuare ad alzarsi ogni giorno. Questa struttura narrativa semplice ed efficace attrae fin da subito l'attenzione di migliaia di lettori e il manga si rivela ben presto un successo per le sue idee innovative, per il contenuto decisamente più adulto rispetto alla media dei fumetti dell'epoca e per lo stile di disegno atipico e affascinante.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
© Tokyo Movie Shinsha | © Toho


Il successo maggiore viene raggiunto tra il pubblico di adolescenti dai 13 ai 18 anni, che rimane conquistato dalla creatività del manga e dalla meravigliosa caratterizzazione dei personaggi. Arsenio Lupin III è la maschera del classico "ladro gentiluomo" pensata da Blanc. Un personaggio che nonostante la sua natura criminale in realtà rispetta un personale codice d'onore, che gli impone di derubare solo ricchi e aristocratici. Non ruba per avidità, ma solo per il fascino del pericolo. Il personaggio è quindi un amabile donnaiolo dal fisico asciutto e dallo spirito libero. Non a caso, nel film di Miyazaki, il personaggio mostra il suo lato più umano e sensibile, a dispetto dei comportamenti stravaganti e pulp impostati precedentemente da Monkey Punch [2]. A reggere l'arco narrativo del protagonista è il rapporto con il personaggio di Clarisse, esposto da dialoghi dalla genuina spontaneità e di cui ne viene descritto un magnifico epilogo. Uno spirito come Lupin, infatti, non può lasciare che una ragazza pura e buona come Clarisse rimanga privata della sua libertà. Oltre alla ragazza, ne Il Castello di Cagliostro sono presenti anche un gruppo di personaggi della serie che nel film di Miyazaki svolgono perlopiù un ruolo di supporto. Il primo è Jigen Daisuke, pistolero infallibile diventato un'icona per le sue movenze e per il suo design, caratterizzato da un cappello che gli copre parte del viso e dal classico mozzicone spento di sigaretta. Il personaggio è un misto tra il pistolero interpretato da James Coburn ne I Magnifici 7 (1960) e "l'uomo senza nome" interpretato da Clint Eastwood nella Trilogia del Dollaro.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
© Tokyo Movie Shinsha | © Toho


Jigen compare per la maggior parte del film e funge da aiutante principale al ladro protagonista. In secondo luogo si trova Goemon, il ladro-samurai amante della cucina giapponese e di religione buddhista. Il personaggio è caratterizzato dalla classica spada da samurai ed è volutamente un omaggio nei confronti dei film jidai-geki di Akira Kurosawa. In particolare, lo spadaccino ricorda Seiji Miyaguchi ne I Sette Samurai (1954). Nel film ha un ruolo minore, ma rimangono comunque impresse le scene d'azione di cui è protagonista e la celebre battuta << Non uccido mai su richiesta! >>. Infine, ad aiutare Lupin è anche l'affascinante e sensuale Fujiko Mine, ex-fidanzata del ladro che approfitta spesso dell'amore che prova ancora verso di lei il protagonista, un uomo al quale però anche ella è sempre molto affezionata. Personaggio molto amato in tutto il mondo e dall'ipnotico sex-appeal, Fujiko è ispirata alle classiche Bond-Girl co-protagoniste dei primi film di 007, ma a differenze di quest'ultime risulta essere un personaggio molto più profondo e molto spesso arriva a rivelarsi più scaltra delle controparti maschili. Nel film, infatti, Fujiko assume il ruolo di donna d'azione e sarà riconosciuta in futuro come una delle ispirazioni di Ripley in Aliens - Scontro Finale (1986) di James Cameron. Nel 1979, Miyazaki riesce quindi a rispettare - in parte - l'opera originale creata da Monkey Punch, a utilizzare sapientemente tutti i personaggi e a inserire anche una propria poetica personale all'interno di un film che altrimenti sarebbe risultato l'ennesimo compiacimento nei confronti dei fan del franchise.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
© Tokyo Movie Shinsha | © Toho


Un miracolo visivo


In seguito al successo di questo lungometraggio sono usciti molti film tratti da famose serie animate giapponesi, ma il motivo per cui nessuno di essi ha mai raggiunto i livelli di questa prima opera di Miyazaki è riscontrabile nella messa in scena di tali prodotti. I numerosi film tratti da opere come Dragonball, Gundam, Pokémon e One Piece, o film di provenienza occidentale come quelli tratti da Scooby-Doo o da Tom & Jerry, sono tutti accomunati da un problema comune, ovvero una struttura televisiva che li fa sembrare episodi allungati delle serie originali. Questa problematica di ritmo si riscontra anche in film tratti da serie tv live-action come El Camino (2019), Deadwood (2019) o Battlestar Galactica: The Plan (2009). Questo avviene perché molto spesso, quando si realizza un film tratto da una serie, lo si fa solo per lucrare sul successo di essa e per accontentare i fan, regalando una versione più lunga di un normale episodio della serie televisiva a coloro che la amano. Il Castello di Cagliostro, invece, si distingue da tutti i prodotti ispirati ad anime e serie televisive (esclusi ovviamente i lungometraggi di Mamoru Oshii, The End of Evangelion di Hideaki Anno e Serenity di Josh Whedon) grazie alla sua messa in scena puramente cinematografica. Ciò a cui si assiste, infatti, non è un'avventura di Lupin allungata per raggiungere l'ora e quaranta di minutaggio, ma un'opera con un ritmo e con una narrazione perfettamente adattati al mezzo cinematografico.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
© Tokyo Movie Shinsha | © Toho


La trama è la classica storia d'avventura in - futuro - stile Indiana Jones, ma è la messa in scena di Miyazaki a fare la differenza. Ad aiutare il regista nella realizzazione di questo gioiello operano numerose figure importanti e veri e propri maestri dell'animazione giapponese: i meravigliosi fondali presenti nella pellicola li dobbiamo all'art director Shiciro Kobayashi, che in futuro diverrà il fondatore della Kobayashi Production e il produttore dei film del grande Mamoru Oshii; poi è presente il direttore della fotografia Hirokata Takahashi, che contribuisce notevolmente a rendere indimenticabili le immagini del lungometraggio; è importante alla riuscita del film anche il musicista Yuji Ohno, autore di tracce che rimarranno impresse nella mente di chiunque le ascolterà negli anni e che rendono magica l'atmosfera della pellicola; infine abbiamo come direttore dell'animazione il vero sensei di Miyazaki, ovvero il grande Yasuo Otsuka, importante innovatore dell'ambiente dell'animazione giapponese dai tempi de La Leggenda del Serpente Bianco (1958). A quest'ultimo, lo Studio Ghibli dedicherà nel 2004 il bellissimo documentario Ootsuka Yasuo no ugosaku yorokobi (La Gioia di Animare di Yasuo Otsuka). Le animazioni de Il Castello di Cagliostro sono tuttora stupende da osservare per via della loro impercettibile cura tecnica, attraverso cui Miyazaki e gli animatori della Tokyo Movie riescono a mascherare una certa mancanza di budget riscontrabile molto di più oggi in dettagli come le bocche dei personaggi - che a volte parlano senza aprirsi - e alcuni design rubati da precedenti anime di Miyazaki e Takahata.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
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Tuttavia, il regista giapponese riesce a utilizzare perfettamente i soldi spesi e a mettere in gioco una direzione molto dinamica e movimentata, andando in questo modo contro corrente nei confronti di molti film d'animazione di quell'epoca, in gran parte piatti e monotoni. Miyazaki non cerca di attirare l'attenzione dello spettatore inserendo un evento in fila all'altro, bensì alterna scene d'azione colme di iperboli sopra le righe a momenti di calma dove il cineasta dona digressioni per far godere allo spettatore paesaggi perfettamente illustrati e un'atmosfera nostalgica che si potrà riscontrare anche nelle successive produzioni del regista. Grazie a queste pause inusuali, infatti, è facile immergersi nella storia e nei caratteri dei personaggi. I disegni mostrano spesso una natura deliziosamente grottesca, ma nonostante ciò sorprende la violenza inscenata nel film. Una violenza di sicuro goliardica e per la maggior parte innocua, ma comunque efficace nel mostrare scene piene di morti e alle volte anche piene di sangue che non si vedono spesso nei film d'animazione per tutta la famiglia. Nonostante questo sia il suo primo lungometraggio, Miyazaki dimostra una maturità incredibile nella costruzione di ogni scena. Ciò che rende efficaci la maggior parte degli eventi del film è proprio la costruzione cinematografica che il cineasta attua prima dello svolgimento della scena e l'ampia descrizione che Miyazaki crea dello spazio fisico nel quale la sequenza si svolge. Prendiamo come esempio una delle scene più curate a livello di tempistiche della pellicola, ovvero il momento in cui Lupin finge di essere l'ispettore Zenigata per entrare nel castello.



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Una scena che sarebbe potuta durare molto poco, ma che attraverso un colpo di genio Miyazaki trasforma in una perla di comicità. La scena inizia con Zenigata che esce dal cortile in cui si nasconde Lupin, sale le scale della torre e viene scacciato malamente dalle guardie del castello. In questo modo abbiamo già chiari i tre ambienti in cui la sequenza si svolgerà. Mentre il poliziotto se ne va arrabbiato arriva Lupin, vestito come l'ispettore, e rimprovera le guardie dicendo che quello che hanno scacciato non è Zenigata, ma Arsenio Lupin III in costume. In questo modo, le guardie se ne vanno per fermare il vero Zenigata e nel farlo portano con loro anche Lupin. Alla scazzottata in mezzo alle scale si unisce anche un gruppo di poliziotti e così inizia un confronto diretto tra due fronti che si combattono senza nemmeno sapere perché lo stanno facendo. Lupin ne approfitta per salire le scale e Zenigata lo insegue. I due entrano all'unisono in un corridoio nel quale si attiva una trappola e, mentre Lupin riesce prontamente a nascondersi, l'ispettore dell'Interpol viene colpito dal ladro e cade nella botola. Il regista, attraverso poche immagini, illustra allo spettatore prima come funziona il meccanismo e poi Lupin mentre lo riattiva. Nel frattempo, sulle scale arriva anche il maggiordomo del Conte che, interrompendo la rissa, riesce a far comprendere alle guardie l'errore da loro commesso. I gendarmi quindi salgono le scale ed entrano nel palazzo, ma appena arrivano nel corridoio rimangono ironicamente anch'essi vittime della trappola riattivata dal protagonista.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
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Questa è una scena che qualunque altro regista avrebbe scartato o utilizzato in modo mediocre, ma che grazie alla costruzione scenografica di Miyazaki diventa una delle tante sequenze memorabili del film. In tale senso, meritano una menzione d'onore le scene d'azione dirette da Miyazaki, girate e montate meglio di molti film d'azione in live-action visibili oggi. Le sequenze d'azione, infatti, risultano chiare, mai confuse e riescono sempre a colpire nel segno grazie alla loro costruzione geometricamente perfetta e alla creatività delle animazioni. Un'enorme importanza in queste scene più dinamiche è data ai tetti del castello di Cagliostro, posti difficili da scalare e pericolosi su cui muoversi. Essi danno vita ad alcune delle sequenze più folgoranti del film, in cui la pendenza dei tetti porta a provare vero timore per la sorte dei personaggi. Per esempio la scena in cui Lupin rischia di morire risulta, anche in questo caso, efficace per la dettagliata descrizione dell'ambiente che Miyazaki riesce a creare. La sua regia, infatti, permette di poter godere perfettamente degli avvenimenti. Il culmine tecnico della pellicola si raggiunge ovviamente nel climax finale sulla torre dell'orologio, dove dopo un combattimento pieno di ilarità e tensione i due avversari si trovano ai due lati opposti delle lancette dell'enorme pendolo. Da una parte il malvagio Conte, con la damigella in pericolo, che vuole comprendere il segreto degli anelli, dall'altra parte il ladro buono che ha capito come agire per ingannare il nemico. L'antagonista, infatti, si avvicina e la facilità con cui riesce a sopraffare Lupin fa subito rendere chiaro l'inganno.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
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Lupin rimane appeso a una sporgenza, ma si butta nel momento in cui deve salvare Clarisse dalla caduta. Avendo compreso cosa deve fare per raggiungere il suo obiettivo, il Conte sale verso il punto dove gli anelli devono essere inseriti per attivare il meccanismo. Le lancette in quel momento si attivano e i due estremi della scena si uniscono verso il centro dell'inquadratura, rappresentato in questo caso dal Conte, che viene schiacciato dallo scoccare dell'orologio. Lupin si salva avendo rinunciato alla ricchezza e avendo pensato alla ragazza, mentre il malvagio aristocratico viene schiacciato dalla sua stessa presunzione e dal suo desiderio di potere. Un climax finale costruito perfettamente che sancisce fin da subito il talento di Miyazaki come cineasta.


Una denuncia storica e politica


Miyazaki dà molta importanza al confronto tra le figure di Lupin e Zenigata. Come nella serie, nel film vediamo i due personaggi costantemente in conflitto e sempre desiderosi di intralciare i piani dell'altro. Tuttavia, come in alcuni episodi dell'anime e del manga, i due finiscono per cooperare in quanto capiscono che i loro obiettivi sono gli stessi. Questo perché in verità i due personaggi sono uno lo specchio dell'altro, hanno semplicemente scelto due modi di vivere diversi, ma per il resto seguono gli stessi principi morali e la stessa visione di cosa è giusto e sbagliato.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
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Il regista decide in questo film di ampliare il confronto tra i due e di adattare uno sfondo politico alla vicenda. Nel momento in cui Zenigata illustra ai vari rappresentanti delle nazioni le azioni criminali del Conte di Cagliostro, tutti i Paesi continuano a scontrarsi a vicenda e nessuno decide di agire per paura di mettersi in cattiva luce. L'ispettore si trova quindi nella triste situazione di non poter fare niente, perché se agisse il lavoro di tutta una vita andrebbe in fumo. Zenigata riuscirà a mettersi in gioco solo grazie al piano che Lupin attuerà nell'ultima parte del film. Questa sotto-trama è necessaria non solo al regista per creare un ritratto satirico e ancora attuale dei rapporti tra le varie nazioni del mondo, ma anche per approfondire ulteriormente il confronto tra l'ispettore e Lupin. I due personaggi pensano in un modo molto simile tra loro, ma ciò che porta il ladro a vincere sempre è proprio il ruolo di subordinazione a figure più autorevoli alle quali, al contrario del protagonista, Zenigata deve sempre sottostare. In quanto ispettore e membro delle forze dell'ordine, quest'ultimo deve infatti agire nei limiti di istituzioni che lui sa essere incompetenti e ostacolate da altri interessi. Lupin, invece, è e sarà sempre un passo avanti a Zenigata per via della sua natura di spirito libero, folle e inarrestabile. Nel film è la libertà del singolo individuo ciò che permette alle istituzioni di sconfiggere il vero crimine. All'interno del castello, infatti, i veri criminali non sono Lupin e i suoi fidati compagni, bensì gli aristocratici di Cagliostro, uomini che nell'ombra e grazie alla loro importanza nell'economia mondiale riescono, a detta stessa di Lupin, a capovolgere le sorti della storia a loro piacimento.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
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Il film è quindi un vero e proprio atto di denuncia di Miyazaki nei confronti della falsità dell'aristocrazia e della corruttibilità dell'essere umano, ovvero il pensiero edonistico e disumano che nel climax finale porta alla morte il personaggio del Conte. Lo stesso castello in cui è ambientato il film altro non è che la rappresentazione visiva della falsità su cui gli aristocratici fondano il proprio potere nel corso della storia. Anche in questo caso, Miyazaki gioca con la visione dell'ambiente. All'esterno il castello è perfettamente limpido e rappresenta la grandezza del Conte e della sua ricchezza. L'ambiente interno, invece, mostra l'altra parte di Cagliostro, ovvero tutti gli atti criminali e i segreti che i vari membri delle due famiglie hanno custodito nel corso dei secoli. Già in questa sua prima opera cinematografica, Miyazaki mostra una matura riflessione politica che con i film successivi diverrà solo più diretta e alle volte spietata.


Il Conte, tra sacro e profano


Il personaggio del Conte di Cagliostro è una delle figure più interessanti delle prime opere di Miyazaki. È un antagonista con un suo particolare fascino, che riesce a distinguersi da molti altri villain di quell'epoca. Un personaggio crudele e affascinante che in un certo senso può essere considerato precursore degli antagonisti dei classici film del "Rinascimento Disney".



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
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È anche uno dei pochi veri villain presenti nei film di Miyazaki, considerando che nelle successive opere del regista saranno presenti solo due o tre personaggi completamente malvagi. Ciò che rende realmente atipico il personaggio del Conte è il rapporto che mette in gioco Miyazaki tra sacro e profano, legame di cui l'antagonista del film è il maggiore fautore. In una scena del film, il Conte spiega come la famiglia dei Cagliostro sia stata nel tempo divisa in due stirpi diverse, di cui il personaggio di Clarisse è una delle ultime eredi, e parla anche di come il suo piano sia proprio quello di riunire le due parti per scoprire il segreto della famiglia originaria. Il personaggio punta quindi a unire il sacro (la purezza e il desiderio di libertà di Clarisse) e il profano (l'avidità del Conte) per accrescere il proprio potere. Miyazaki, per evidenziare tali fazioni, mette in gioco una serie di immagini e di giochi di luce dove il bianco e il nero risultano i principali protagonisti.


Oltre a ciò, questa è anche la prima e unica volta in cui Miyazaki esprime una feroce satira sul mondo della Chiesa, che nelle apparenze mostra la stessa purezza e bontà di Clarisse, ma che nel profondo nasconde lo stesso avido desiderio di potere del Conte. Sicuramente Il Castello di Cagliostro è uno dei pochi, se non addirittura l'unico film d'animazione per tutta la famiglia dove vengono presi di mira i principali esponenti della Chiesa Cattolica. Perché un conto è osservare un regista per adulti come Ralph Bakshi mentre dissacra la Bibbia, un altro è far vedere la Chiesa in combutta con un'associazione criminale in un film d'animazione prodotto specialmente per un target molto giovane.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
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Il culmine di questa satira geniale sul mondo della Chiesa avviene nella scena del matrimonio, dove Lupin arriva a distruggere una croce e a fingersi uno spirito davanti alla televisione internazionale. In quel momento il Conte mostra la sua reale natura, uccidendo Lupin in quello che dovrebbe essere un luogo sacro. Dopo questa scena avviene tutto il combattimento finale che condurrà alla morte del Conte, epilogo che svelerà infine il segreto dei Cagliostro: una città proveniente dai tempi dell'Antica Roma, un patrimonio culturale mondiale che, a causa dell'avidità dell'uomo, per secoli era rimasto nascosto agli occhi di tutti. Con la rivelazione del tesoro, il Conte e tutti i suoi crimini saranno dimenticati, mentre la città romana rappresenterà la purezza e il lato buono della storia dell'umanità. Un'umanità che commette tanti sbagli, ma che è anche capace di creare arte che rimarrà per sempre immortale nella memoria del mondo.


Film che lasciano un segno


Per la creazione del film, Miyazaki ha preso molte idee dalle opere originali di Arsenio Lupin, ladro di cui Lupin III rappresenta il celebre nipote. In particolare, a ispirarlo sono stati i due romanzi di Maurice Leblanc Arsenio Lupin e la Contessa di Cagliostro (1924), per quanto riguarda parte delle vicende narrate, e La Signorina dagli Occhi Verdi (1927), per quanto riguarda invece tutto il contesto storico-politico della storia. Per ciò che concerne la messa in scena e la fluidità delle animazioni, la principale ispirazione di Miyazaki in questo caso risulta il cinema del regista d'animazione francese Paul Grimault. Il design stesso del castello è ispirato a quello di un'opera rimasta incompiuta di Grimault chiamata The Shepherdess and the Chimney Sweep, film derivato dal racconto La Pastorella e lo Spazzacamino (1845) di Hans Christian Andersen.



Lupin III - Il Castello di Cagliostro | Daelar Animation
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Esattamente come molti film e romanzi hanno influenzato Il Castello di Cagliostro, a sua volta il film di Miyazaki ha innovato e segnato uno spartiacque nel genere del film d'avventura. Infatti, numerosi sono i registi che si sono ispirati a questa specifica opera per i loro lungometraggi. L'esempio più celebre è senza dubbio I Predatori dell'Arca Perduta (1981) di Steven Spielberg, cult che dall'opera animata giapponese prende un certo tipo di narrazione d'avventura adatta a tutte le età, ricca di sotto-testi storici e di una maturità grazie alla quale la pellicola diventa più godibile man mano che si cresce. Nel 1986 è il turno della Walt Disney Pictures, che rende omaggio al lungometraggio di Miyazaki nel sottovalutato classico Basil L'Investigatopo. L'intero climax finale del film d'animazione statunitense, infatti, è preso a piene mani dall'ultimo atto de Il Castello di Cagliostro, compresa la morte dell'antagonista. Numerosi altri film d'animazione risultano in larga parte ispirati a questo primo lavoro cinematografico di Miyazaki, come per esempio Atlantis - L'Impero Perduto (2001), Le Avventure di Tin Tin (2011) e addirittura il film de I Simpson (2007).


L'opera di Miyazaki è tutt'oggi considerata l'avventura perfetta del personaggio e dal 1979 gli autori delle serie di Lupin III non riescono a replicare la bellezza e la poesia del personaggio interpretato dalle due menti creative dello Studio Ghibli. Il Castello di Cagliostro, infatti, è un film che ha segnato e che continuerà a segnare intere generazioni di giovani desiderosi di avventura e, soprattutto, di cinema.



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Conclusioni: un'avventura che ruba il cuore


"Maledizione! L'ho mancato per un soffio, e Lupin ha messo a segno il suo colpo."


"No signore, mi creda: non ha rubato niente. È venuto in mio soccorso e mi ha salvato la vita."


"Si sbaglia, mi risulta che abbia rubato una cosa di grande valore... Le ha portato via il cuore!"


Lupin III - Il Castello di Cagliostro è un film che ruba il cuore dello spettatore. Ciò che rappresenta è in realtà il cinema d'intrattenimento puro che fa ritornare bambini, quella forma d'arte che riporta a quando si pensava di essere liberi di poter compiere qualunque gesta, compresa la più folle delle imprese. Non è una pellicola che si conclude con una porta chiusa che non si riaprirà mai più. È un inno al ritrovare quella fanciullezza ormai perduta che permette di sognare durante tutti gli anni della giovinezza. Noi vediamo quella 500 gialla sfrecciare su quella strada di campagna, mentre delle volanti della polizia la inseguono anche se non la raggiungeranno mai. Nel cuore crediamo infatti che quella macchina, con al suo interno un ladro, un pistolero con un mozzicone di sigaretta in bocca e un samurai, non si fermerà mai. È nostro compito non farla fermare, per continuare a credere nel fatto che ci sarà sempre una nuova avventura che ci farà venire voglia di rendere la nostra vita un viaggio indimenticabile. Mentre scorrono i titoli di coda, ci rendiamo conto della genialità di un film che potremo far vedere ai nostri figli e ai figli dei nostri figli. Il Castello di Cagliostro, che per molti mestieranti sarebbe stato l'apice di una carriera, rappresenta solo il primo passo di un lungo viaggio compiuto da uno dei più grandi registi di tutta la storia del cinema.



Articolo pubblicato anche su filmtv.it il 15/06/2020


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